WordLift 3.0 e l’Oriente nel 3.000 a.c.

Ci sono anche gli altri orientamenti, dipende dove ti metti e verso cosa guardi. Io Maurizio sono nato e vivo in Italia e se devo raccontare della mia specie …: è reale dire che sono figlio di una combinazione infinita di casualità. Già! Solo a pensare alla difficoltà di incontro dei genitori negli anni ‘50, comprendo che per nascere dovevo avere una grande esperienza, anche estetica; una conoscenza appropriata del marketing analogico, soprattutto nei meccanismi di verifica dell’idea o della fattibilità tecnica; dovevo aver definito gli obiettivi, organizzato gli appuntamenti importanti, etc.. Non so in che percentuale abbia immaginato la vita, ma questo dipende da quanto mi sono applicato, se ero al bar o più semplicemente dormivo.

Poi sono nato e l’aria ha scombinato tutto. Non c’è più memoria e la vita risponde: vabbè rifacciamola. Molti anni dopo ho le stesse domande di tutti, un elenco abbastanza corposo, in cima possiamo mettere tranquillamente:chi sono?

In Occidente e comunque verso sud, forse in Perù ad essere precisi, Condori disse a Kantu: se vuoi convertire i tuoi sogni in realtà devi imparare a conoscere te stessae cosa devo fare? .. trovare risposte … e le domande iniziano sempre con quella in cima anche al mio elenco.

Ma torniamo all’Oriente. Per descrivere il grado di casualità della nascita raccontano/vano: Sai quante sono le probabilità di nascita di un essere umano, non in senso metafisico, ma biologico? Nella tradizione buddhista dicono che sono le stesse che una tartaruga incontri un’asse di legno che galleggia in mezzo all’oceano pacifico, nel momento in cui risale per prendere aria.

Ma torniamo a WordLift 3.0, che è un’editor semantico ad uso degli utilizzatori della piattaforma di CMS WordPress: come fa ad essere uno strumento utile a descrivere alle macchine un contenuto metaforico?

Non lo so ancora, bisognerà provare più e tante storie. Ma intanto, per costruire dataset open sugli antichi saperi orientali, sulle corrispondenze tra mente e corpo, e compararli con altrettanti costruiti su nuove scienze come la neurobiologia: è perfetto!

Before i go to sleep di S.J. Watson

 

WordLift 3.0: il software che fa riflettere il post su se stesso. Poi agisce.

Dostoevskij nel suo ‘Memorie dal sottosuolo’ dice che esistono 2 tipi d’uomo: quello d’azione e quello di pensiero.

http://www.scratchbook.net/2013/10/memorie-dal-sottosuolo-Fedor-Dostoevskij.html (della Maria De Biase)

Stiracchiando quà e là questa descrizione potremmo dire che anche i prodotti dell’uomo d’azione sono a loro volta introspettivi e sociali.

Un contenuto web, anche quello con un grado di multimedialità intrinseco elevato, rimane sempre un prodotto del sottosuolo (o sottobosco o dell’uomo di pensiero). Per emergere almeno al piano terra ha bisogno dell’applicazione delle politiche adottate dai motori di ricerca. Altrimenti: nisba! E se per caso si sceglie il passaparola in vece del marketing digitale, scelta piacevole, si rimane sempre nell’area pensiero, ma debole perchè manca della struttura di classificazione usata per gli open data: dbpedia e altro, impedendo di fatto al post la necessaria visibilità.

chi scrive per non essere letto? chi racconta una storia senza voler essere ascoltato?

WordLift 3.0 sviluppato da Insideout10 è un editor semantico che aiuta chi scrive suggerendo relazioni, descrizioni e approfondimenti a seconda del contenuto da pubblicare, e fa tutto questo senza dimenticare di associare i metadati che identificano univocamente il post e lo rendono compatibile con la classificazione LOD, la più riconosciuta e la più diffusa nel web. L’editor semantico tratta il testo del post come fosse parte di un capitolo in un romanzo: ‘che sembra scritto per noi’, che ci fa vedere una parte di noi che non pensavamo potesse essere condivisa da altri, che inquadra come per fare un selfie al post col suo sfondo.

Il software tratta i post come un capitolo di un libro: Li inserisce in una struttura di relazioni, in un racconto; ma la storia rimane sempre dello scrittore.

Linked Open Data

Wordlift 3.0 fa vedere il contesto dove verrà pubblicato il contenuto mettendo in relazione l’archivio interno del blog o sito internet, con tutto il web, che è lo scenario di riferimento.

Chi scrive ha così un potente strumento di supporto alla scrittura: di verifica culturale e statistica, molte volte di scoperta vera e propria; ma niente serendipity se non casuale.

Terminata l’elaborazione, accettati o meno i consigli, il software associa in automatico i metadati suggeriti dalla componente dedicata alla comprensione del testo. Altri metadati possono essere inseriti manualmente, poi si pubblica.

A seconda dell’uso che se ne vuole fare, mettiamo minimale, chiamiamola classificazione tipo SEO — cioè che associa in automatico un set di metadati, è richiesto al giornalista digitale un tempo aggiuntivo alla fase di pubblicazione che non supera il paio di minuti. Per il resto dipende dalla volontà di usarlo o meno come strumento di ricerca per il design del contesto di pubblicazione.

….. continua

 

i have things – imagined — 1

chissà se funziona uguale a “.. ho visto cose che voi umani..”

recitare il monologo: “ho immaginato cose che voi umani ..”

like as “« I’ve seen things you people wouldn’t believe, ..”

Ho iniziato circa 10 anni fa, e siamo in settembre 2015, a provare la semantica come goal delle tecnologie di rete. Area di ricerca che già dal 201213 è rientrata nei ranghi dell’industrializzazione, essendo secondo me impossibile una qualsiasi attività che che non rientri nell’accumulazione di risorse, e generi nuovi potenziali sviluppi in questo settore.

Le tecnologie semantiche sono in grado di organizzare un contesto, e in un contesto individuarne lo scenario che comprende quel dato contenuto testuale, anche multimediale. Per fare ciò usa ontologie, vocabolari di termini e relazioni, dandogli un carattere leggibile alle macchine.

Nel 2010 (sarebbe meglio dire: intorno al 2010 causa memoria debole) vidi un video su TED di Tim Berners Lee — The Next Web-

e da quel momento inizia la mia seconda ed ultima fase nel mondo della semantica, concettualmente basata su: perchè non realizzare un editor che automaticamente elimini il problema della confusione quantitativa della classificazione dei contenuti del web, inquadrandolo secondo i modelli delle strutture libere come wikipedia? Nei mesi e l’anno a seguire ci fu l’affermazione del mondo open data e linked open data, certificato come vantaggioso economicamente nel 2013 dai più grossi analisti. Che grande riconoscimento 🙂 ancora trascorsi 2 anni viene citato lo studio Mckinsey in tutti i convegni, riunioni, e giustificativi per avallare il mondo dei dati aperti.

Dopo molte prove e 3 anni di sviluppo l’editor semantico WordLift è pronto, e funziona pure. Ancora solo per gli utenti della piattaforma di CMS WordPress.

Autorganizza i contenuti, costruisce dataset open e li predispone alla relazione con quelli presenti nella cloud Linked Open Data.

Per il mondo dell’editoria digitale è, in un certo senso, un riconoscimento della professione di giornalista, perchè non richiede skill tecnici per usarlo, e lo supporta nella fase di redazione del post con collegamenti e relazioni secondo entità significative estratte da una componente del software demandata alla comprensione del testo.

.. continua

articolo originariamente pubblicato su Medium.com
 

What are you looking for ..?

.. E’ un gran lavoro: trovare i pezzi con i quali comporre uno scenario e poi osservarlo. Dall’orizzonte fisso, allo sguardo incuriosito da sulla nave che piano si avvicina,

la scena muta, quasi, anche lei, si scopre e si rivede!

the cat watson

http://goods.mediumcontrol.com/category/watson-the-cat-collection

Di solito la semantica è un sistema da usare per organizzare i contesti traducendoli in lessici che le macchine possano comprendere. Nelle reti digitali passano e in costante aumento, i contenuti. Immaginiamo noi utenti rilasciare un post multimediale così come un orientale libera una candela desiderio accesa a galleggiare su di un fiume. Miliardi di nuovi contenuti ogni giorno. Miliardi e più miliardi: trifantastilioni. Tra questi i motori di ricerca pescano usando ad esca le parole suggerite da noi utenti. Buttano le lenze tra le correnti meno fragili, dove galleggiano i contenuti cosiddetti più “strutturati”, cioè quelli arricchiti di metadati compatibili con i logaritmi usati per la ricerca. I metadati descrivono il contenuto alle macchine e ne indirizzano la catalogazione e quindi danno la possibilità di essere cercati, trovati, e probabilmente letti.

Da oggi in poi l’attività di strutturazione non sarà più un problema risolvibile professionalmente con un tecnico SEO, anche se per un breve termine.

L’editor semantico WordLift 3.0 (soprannome EVA), di insideout10, soddisfa l’esigenza di tutti gli utenti internet che usano la piattaforma CMS WordPress, supportando le categorie del giornalismo digitale:

    • nella fase di redazione, proponendo all’utente relazioni esplicative e di approfondimento degli argomenti espressi nel post,
    • autorganizzando i contenuti secondo le strutture di Dbpedia e più in generale della cloud Linked Open Data.